E la bocca corre più veloce del vento e come al solito semina zizzania. Io non capisco se una cosa è il caso che la tenga per me oppure la possa raccontare, di solito quando me ne rendo conto è troppo tardi. Ne ho combinata un’altra, non ha avuto conseguenze, però mi ha lasciato un po’ provato. Non mi piace mettermi nella situazione di essere preso con il pennello in mano, a disegnare bersagli immaginari sulle schiene di persone che conosco, eppure mi capita spesso, magari per sbaglio, di lanciare una frase esagerata, che mette in difficoltà qualcuno. Mi fa venire voglia di smettere di parlare, o di considerare tutti degli estranei ed esprimermi a monosillabi. Non mi lamento più di tanto, ma il dispiacere di avercombinato un pasticcio mi tormenta. Ma poi perchè è tutto così complicato?
Ho voglia di sentire storie, di avere intorno persone che hanno una storia da raccontare e condividere, magari sedute attorno ad un fuoco, qualcosa che può essere tranquillamente raccontato a sua volta, magari perdendo dettagli o enfatizzando quello che ti hanno lasciato dentro. Mi manca un po’ mio nonno, con quelle sue mani nodose e le sue storie, e le cose che sapeva fare, così manuali, vere e genuine che mi illuminavano gli occhi. Ora sono immerso in storie, di cui non posso raccontare niente, per un motivo o per l’altro, sto provando ad ascoltare, ma spesso gestisco male quello che sento. Mi piacerebbe essere più simile al mio amico "Saltatempo" o al "vecchio che leggeva romanzi d’amore", che riuscivano a metabolizzare le nozioni e gli avvenimenti, forse aveva capito tutto "Raimundo Randa" dopo aver ricercato i segreti del creato. Cambiando un pò discorso vi lascio con una bazelletta sulla comprensione:
Un operaio inglese, di ritorno dal suo lavoro, trova una lampada per terra. La raccoglie, la agita un po’ e quindi la strofina. Dopo qualche secondo si ritrova davanti un genio in lacrime, così felice di essere stato libertato che gli dice:
"Grazie per avermi liberato, per il tuo nobile e gentile atto esaudirò qualsiasi tuo desiderio"
L’operaio un po’ spaventato lo guarda e gli risponde:
"Ma sei sicuro? qualsiasi cosa?"
genio:"Si, per il mio liberatore questo ed altro"
L’operaio ci pensa un pò su poi gli risponde:
"guarda, io ho sempre sognato di andare negli Stati Uniti, però ho troppa paura del mare e degli aerei, quindi vorrei che tu costruissi un ponte da Londra a New York"
Il genio ci pensa un po’ e sorpreso dalla strana richiesta gli risponde:
"Ma come? Non ti sembra un po’ troppo? Rischiamo di mandare a monte l’economia mondiale, poi c’è il problema dei terremoti e dei maremoti, il ponte non potrà stare su a lungo, sei proprio sicuro che non vuoi qualcos’altro?"
L’operaio ci pensa ancora un po’ e gli fa:
"Si forse hai ragione, pensavo fosse una cosa più facile, allora dato che sto divorziando da mia moglie, non potresti spiegarmi l’universo femminile?"
Il genio ci pensa su un po’ lo guarda e gli fa:
"Scusa a quante corsie hai detto che lo volevi il ponte?"
by Alex
Detta questa vi saluto, giustamente la barzelletta è senza offesa π